lunedì 9 settembre 2013

E di E-government

Si sente parlare molto di e-government, ma cos'è che intendiamo quando pronunciamo questa parola? Sostanzialmente l'utilizzo delle tecnologie ICT da parte delle amministrazioni pubbliche.

Diverso da quando invece sentiamo parlare di e-democracy che è più propriamente l'utilizzo delle tecnologie ICT e della comunicazione per favorire la partecipazione dei cittadini alla vita democratica: insomma qualcosa di più ampio che presuppone non soltanto un avanzamento tecnologico ma anche una nuova apertura nei confronti del cittadino, che si traduce nell'accesso ma anche nella partecipazione attiva.


La nozione di amministrazione digitale non coincide con quella di e-government ma quest'ultima la comprende, occupandosi anche di quelle che sono le procedure necessarie alla realizzazione e al coordinamento delle politiche di introduzione delle tecnologie.

Gli obiettivi dell'e-government possono essere riassunti nei seguenti:

  • migliorare i servizi alla comunità;
  • trasformare le relazioni con le imprese;
  • aumentare la trasparenza e ridurre la corruzione;
  • migliorare il rapporto costi-benefici nell'attuazione delle politiche pubbliche.

Secondo Digital by default or by Detour, decimo rapporto della Commissione europea sui servizi europei di eGovernment, i servizi di e-government più diffusi sono:
  • dichiarazione dei redditi;
  • cambio di residenza;
  • iscrizione universitaria/borsa di studio.

Mentre dall'altra parte tra i meno utilizzati troviamo:
  • denuncia di un reato;
  • nuovo impegno;
  • richiesta assegno di disabilità.

A quanto pare:
Anche se i cittadini europei sembrano prediligere i servizi egov per semplicità, controllo e trasparenza, risparmio di tempo (80%) e flessibilità (76% ) gli ostacoli maggiormente riscontrati sono stati la difficoltà di utilizzo (24%) e la mancanza di consapevolezza (21%), ma anche perché spesso preferiscono avere un contatto personale (62%), minima la percentuale di utenti preoccupati per la sicurezza dei dati personali, solo l'11%. egov.formez.it
Ma il cittadino cosa pensa? 

E in Italia? Prova a raccontarcelo l'Istat:

Dal confronto dei risultati dell'indagine qui presentata con quella svolta nel 2011 emerge un aumento della quota di imprese che hanno utilizzato prevalentemente Internet nei contatti con la PA, sia tramite Internet-mail (passata dal 60% al 64%), sia tramite PEC (dal 13% al 32%). Per i consumatori la quota Internet-mail aumenta dal 10% al 15%.

Qualche esempio in Italia?

Mi piace l'iniziativa del comune di Udine che ha utilizzato la piattaforma ePart (il social network dei cittadini che partecipano) per attivare un ascolto e consentire ai cittadini di partecipare alla manutenzione urbana. Semplice: il cittadino segnala sulla mappa cosa c'è che non va: molto american style.


Poi c'è Iperbole, la rete civica di Bologna, i cui account Twitter e Facebook hanno avuto un ruolo importante durante il sisma del 2012 favorendo la comunicazione e la gestione dell'emergenza. 

Twitter è stato utilizzato dal Comune di Bologna per chiedere alla cittadinanza di adottare norme di comportamento utili a non aumentare lo stato d'emergenza e comunicare che erano in corso tutti i controlli utili a garantire la sicurezza in città. Ixl Comune ha potuto veicolare tempestivamente informazioni, facendo girare le notizie provenienti dall'aeroporto, dalle ferrovie e più in generale dal settore trasporti, dalla provincia così come dall'azienda sanitaria, chiedendo di aprire le connessioni wireless delle reti domestiche e di non intasare le linee telefoniche. Questi ultimi messaggi sono stati ripresi da cittadini, media e altre istituzioni: in particolare la richiesta di utilizzare il telefono solo in casi di reale emergenza è stato "retwittato" più di 1600 volte. Egov.formez.it

Interessante anche l'iniziativa Facciamoadesso, portale di comunicazione e scambio per il rilancio dell'economia delle imprese danneggiate dal terremoto. 

Nel periodo natalizio sono stati consegnate circa 1.200 confezioni natalizie, contenenti oltre 5.200 prodotti, per un controvalore superiore ai 40.000 euro. E i pacchi di Facciamoadesso sono arrivati anche in Spagna, Olanda, Svizzera e Germania. 
Inoltre ho scoperto Adottaunaparola, un progetto collaborativo per l'arricchimento delle voci di wikipedia riguardanti l'Emilia Romagna. Lo trovo fantastico! In questa regione c'è una marcia in più, non c'è niente da fare ;)



E Scriba, l'ebook maker del Senato lo conoscevate? Permette un risparmio in termini di carta e stampa in quanto senatori e gruppi parlamentari possono consultare i documenti in formato elettronico.

Tutto il materiale archiviato nelle banche dati del Senato è quindi a disposizione per essere ricomposto e scaricato sotto forma di ebook - e quindi in formato ePub - per essere poi consultato su qualunque smartphone, tablet o eReader. Egov.formez.it



PAROLE CHIAVE (per una democrazia partecipativa che si avvalga degli strumenti tecnologici e della rete)

Agenda digitale

L’agenda digitale presentata dalla Commissione europea è una delle sette iniziative faro della strategia Europa 2020, che fissa obiettivi per la crescita nell’Unione europea da raggiungere entro il 2020. Propone di sfruttare al meglio il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire l’innovazione, la crescita economica e il progresso.

Nel 2012 il decreto “Semplifica Italia” ha previsto che, nel quadro delle indicazioni dell’agenda digitale europea, deve essere perseguito l’obiettivo prioritario della modernizzazione dei rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese, attraverso azioni coordinate dirette a favorire lo sviluppo di domanda e offerta di servizi digitali innovativi, a potenziare l’offerta di connettività a larga banda, a incentivare cittadini e imprese all’utilizzo di servizi digitali e a promuovere la crescita di capacità industriali adeguate a sostenere lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi. Dizionario di democrazia partecipativa

Amministrazione digitale

L'espressione è usata per rappresentare in modo sintetico le trasformazioni dell’amministrazione pubblica in seguito all’introduzione e all’uso sempre più significativo delle tecnologie informatiche, utili alla formazione e conservazione degli atti, oltre che alla raccolta delle informazioni necessarie alle decisioni da assumere. La nozione di amministrazione digitale non coincide con quella di e-government. Dizionario di democrazia partecipativa

Digital Divide

Una piccola definizione ma ci sarebbe tanto, forse troppo, da dire.

Il digital divide, o divario digitale, è la distanza esistente fra chi ha *accesso effettivo alle *tecnologie dell’informazione (in particolare personal computer e internet) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale. I motivi di esclusione comprendono diverse variabili: condizioni economiche, livello d’istruzione, qualità delle infrastrutture, differenze di età o di sesso, appartenenza a diversi gruppi etnici, provenienza geografica. Colmare il divario digitale, attraverso adeguate politiche di alfabetizzazione tecnologica, costituisce una delle *precondizioni della *partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Dizionario di democrazia partecipativa

E-democracy

Con l’espressione e-democracy si intende l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire la partecipazione dei cittadini alla vita democratica. L’introduzione di nuovi paradigmi tecnologici offre grandi opportunità, agevolando la comunicazione fra gli attori coinvolti nelle *politiche pubbliche, l’organizzazione e la condivisione delle informazioni, l’elaborazione dei contenuti, la discussione e il raggiungimento di punti di vista comuni in ordine agli obiettivi da perseguire e agli strumenti da adottare. Il rischio connesso all’utilizzo delle ICT è quello di agevolare concezioni sondaggistiche e/o propagandistiche della politica, ove l’agire politico tende a servirsi delle tecnologie per inseguire le modalità della comunicazione commerciale piuttosto che quelle della dialettica politica in senso classico. Pertanto l’e-democracy non dovrebbe ridursi al mero e-voting, ma dovrebbe consistere in un’azione pubblica che sceglie i mezzi più adeguati per tessere ed infittire le trame della democrazia, orientandone l’utilizzo verso il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Dizionario di democrazia partecipativa

E poi piano piano familirizzeremo sempre più con concetti come il civic hacking...

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