Ti puoi svegliare tutti i giorni e voler cambiare la tua vita. Oppure ti puoi svegliare a Bologna con la città che ti ride, ti insegue, t'aspetta. Bologna è la luna che vedo di giorno, che m'innamora ogni istante.

Io sono cresciuta sentendo l'odore delle stagioni che cambiavano: la semina, la concimazione, la raccolta.
Qui in città quest'odore non si sente e tutt'al più ti accorgi che sta per arrivare la primavera da qualche albero rosa che ti salta all'occhio. Qui non si gioca per strada, ci sono i parchi.
Però la vita mi ha portata qui e qui non si sta male. Bella. Anche se ti fa arrabbiare, guardi quant'è bella e la perdoni. Anche se sei solo, passeggi insieme a lei. Anche se è una giornata triste, ti infili in un vicolo e scopri che è pieno di indizi di felicità. Allora mi perdo e mi sembra una caccia al tesoro: un muro riparato, un muro scrostato, un portone, un nome, una scritta, una finestrella, una colonna di legno che sopravvive nella città. Questa non è una città che inghiotte, che distrugge. Il passato viene conservato con orgoglio come in quei paesini delle Terre della Baronia in Abruzzo, dove se entri ti sembra di non essere nel 2000.
Ed oggi ecco che m'imbatto in delle foto che adesso che l'ho trovate, non le voglio perdere e me le incollo qui. Si tratta di vecchie foto di una vecchia Bologna, acquistabili sul sito della Cineteca di Bologna.
Via dell'Indipendenza quando ci stava il tram.
Porta Saragozza dove si parte per le processioni a San Luca. Porta Saragozza era anch'essa un santuario, piena di ex-voto dei pellegrini della Madonna con il Bambino.
I bombardamenti su San Francesco.
I bombardamenti a Piazza Malpighi.
I diritti dei contadini, degli operai e delle famiglie che sfilano in Piazza Malpighi.
Un giorno di mercato alla Montagnola.
Piazza Maggiore in campagna elettorale.
Il canale in via Riva di Reno, prima della copertura.
I Giardini Margherita con le barchette.
Il Carnevale.
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