venerdì 19 luglio 2013

La strada di Gelsomina e Zampanò [Fellini - 1954]

"Tu non ci crederai ma tutto quello che c'è a questo mondo serve a qualcosa". 
Il matto

E se nel passato di ogni bruto ed ubriacone Zampanò di questo mondo, ci fosse una Gelsomina infelice o un'altra sorta di ferita che lacera pian piano senza farsi sorprendere? Se guardando la bestialità riuscissimo a scorgere, come fa Gelsomina, un cane pieno d'amore che per comunicare sa solo abbaiare, allora il nostro cuore sarebbe al riparo da ogni cattiveria, da ogni insulsa presunzione di superiorità.

Siamo la nostra storia, nient'altro.
Siamo i pianti ed i sorrisi, così come i corpi che abbiamo stretto e le parole che abbiamo pronunciato. La comprensione è l'arma più potente di tutti: ci porta dritti dritti verso la libertà. Meschino è chi giudica solo guardando al presente, quando l'umanità vive anche nel passato e nelle speranze che serbiamo per il nostro futuro. Allora le azioni ed i pensieri, allora le emozioni e le passioni, allora noi... noi non possiamo giudicare nulla senza essere anche noi colpevoli.

Come nel sogno più angoscioso né Gelsomina né Zampanò potevano svegliarsi, i passi erano lenti, le gambe pesanti non permettevano ai personaggi di fuggire il proprio destino di personaggi infelici: eppure dei momenti di tenerezza ci sono stati, gli occhi belli di Gelsomina, gli occhi folli di Gelsomina hanno seminato amore nel campo. Non perché fosse Gelsomina a raccoglierlo ma perché tutti noi, percorrendo la stessa strada, potessimo vedere i fiori nati dal pianto di Gelsomina, fiori di una bellezza troppo pura per questo mondo in cui giorno e notte si alternano in continuazione come il putrido e l'onesto, la meraviglia e la ferocia.

Solo il regista aveva il potere di interrompere questo agitato sonno e portare Gelsomina e Zampanò su una strada più sicura, una strada lontana dalla morte. Eppure ogni cosa ha un suo significato, ogni piccolo frammento di storia che cade dalle nostre mani e dalle nostre bocche è un tassello per una narrazione più grande e necessaria. E se non fosse così, questo è comunque l'unico pensiero che ci può consolare. L'unico pensiero; il segreto per accettare il circo doloroso della vita.


Se non ci sta Gelsomina con Zampanò, chi ci sta? Ricordiamocelo quando ci sentiamo estranei al dolore degli altri, ricordiamoci che siamo uno in funzione dell'altro e che cercare l'amore nello sconosciuto non è reato. Abbandonarsi alla misericordia è un rischio che vale la pena di correre: alla fine Gelsomina è entrata per sempre nel cuore di Zampanò e né io né lui dimenticheremo nessuna nota di quella melodia.


Allora Zampanò non sarà più solo un nome e Gelsomina solo un fiore, ma entrambi saranno per sempre musica e amore.


E anche Gelsomina può trovare un po' di conforto tra la polvere e finalmente tornare a cantare: "Tutta per me, la giostra di Zampanò tace."

Con il sorriso non si perde mai "La strada", la strada dei propri sogni.


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