martedì 26 novembre 2013

Con la pancia piena ed il cuore malato: Pawel Kuczynski

Ho superato i miei primi tre anni di Università grazie al ritmo spinto di Teenager dei Decibel. All'epoca avevo un disperato bisogno di capire come fare a trattenere la rabbia e ad addolcire il dolore. Mi ripetevo, insieme ai Decibel, "Voglio un'iniezione di fiducia e se qualcosa dentro brucia, facciamo finta che sia un toast". Ed oggi guardando i lavori di Pawel Kuczynski mi è tornato tutto alla mente: le lotte, le ricerche di senso e quel fastidiosissimo bruciore.



Si è vero, io sarò pure stata troppo estremista. Troppo arrabbiata e troppo violenta: i miei pensieri erano di fuoco e le mie mani di ghiaccio. Eppure ci vedevo bene. 
Mi considero un osservatore di tutto quello che succede intorno a me e credo che gli artisti possano trasformare tutto. Pawel Kuczynski 
Le sue opere riescono a trasformare la realtà, evidenziandone contrasti e paradossi, ma sicuramente riescono a trasformare anche chi guarda. Che non può non farsi toccare: sarebbe davvero chiedere troppo alla nostra indifferenza.

















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